Ascoltate gente, ascoltate!
Fermatevi un attimo e guardatemi, fissi, gli occhi puntati su di me.
Ecco, così… bravi.
Sedetevi lì, sul divano sgualcito.
Ci siete?
Bene.
Perché oggi, Lettori & Lettrici, vi
racconterò come la mosca comparve e rimase lì.
Nel frattempo, nella Stanza dei Bottoni dove
ogni decisione viene presa; là, nei misteriosi cunicoli del cervello:
GRANDE PUFFO: A quanto pare il signorino
narrerà le sue gesta.
KARL MARX: E non le mie! Nonostante io
sia senza dubbio alcuno il suo più fido consigliere, il più saggio fra tutti
voi, colui che ha portato, in questa testa, la rivoluzione.
MICHAIL BAKUNIN: Non credo amico mio,
non credo. In fondo tu rappresenti il volere dei genitori… è con me che Elia ha
scoperto la rivolta.
ORSETTO DEL CUORE: Beh, che cosa vuol
dire… io sono la sua tenerezza, senza di me…
SUPERSTELLINO DEGLI SNORKY: …Ed io la
sua infanzia.
KUNDALINI (svaccata sul divano): Di me
ha già parlato…
IL NEURONE: Dovrebbe, se solo potesse, narrare
le eroiche imprese dei miei fratelli morti in battaglia. Prima che giungeste
voialtri, infimi distruttori di cervelli.
YOGI BHAJAN: Credo che ognuno abbia
l’opportunità di amare la propria anima e ogni anima ha il diritto di splendere
e ogni splendore deve portare luce e lucentezza, bellezza e abbondanza per
tutti, generazione dopo generazione.
LA VOCE DI DIO: Io però quando questo
parla davvero non ci capisco un cazzo…
IL CRICETO: Facciamo cominciare la
storia dai, ché ultimamente il nostro diletto ha scritto troppe cose serie…
apri la bocca Elia.
Apro la bocca.
La richiudo.
E racconto:
LA
STORIA DELLA MOSCA
[Ovvero di come una mosca è entrata nel mio
cervello e non è più voluta uscire]
GRANDE PUFFO: E Cronenberg, al
signorino, gli fa ‘na pippa.
Era una calda giornata di sole e il nostro Elia vagava spedito lungo le
vie della metropoli…
SUPERSTELLINO DEGLI SNORKY: No! In terza
persona no! Ma chi c’è al joypad?
MASTRO LINDO: Che poi secondo me è tutto
un fatto di igiene no? ‘Sto posto è un letamaio, tutto in disordine, pieno di
polvere e di bottiglie non buttate… guardate là! Cresce muffa ovunque! È un
cervello Cristo, mica una discarica!
LA VOCE DI DIO: Non bestemmiare profano!
MASTRO LINDO: Scusa socio, però voi ‘na
spazzata mai eh…
BATMAN: Io mi ero candidato. Cioè, avevo detto che ci
stavo. A pulire dico. Ma poi una cosa tira l’altra…
MASTRO LINDO: Dovremmo fare dei turni,
una volta a settimana ciascuno.
KARL MARX: Io mi tiro fuori da ‘sta
storia della pulizia. Sono un rivoluzionario, mica no. L’ordine è una mania
piccolo borghese. D’altra parte, Mastro Lindo, non sei forse tu il prodotto
della società del consumo?
IL CRICETO: Ma insomma, lasciamo
continuare Elia…
…Il sole è alto, gli uccellini cinguettano ed io pedalo, sgattaiolando
tra le automobili, alla ricerca della curva perfetta. Quasi non mi importa del
ritardo, tanto si sa, sono sempre in ritardo. Così vago felice assaporando il
momento, il vento tra i capelli e la bicicletta che sfreccia.
Rallento al semaforo.
Faccio passare la vecchietta.
Plop
Uh?
Zzz
Hmmm.
Zzzzzz
Una mosca. ‘Sto caldo porta pure le
mosche. Ah! Madre Natura che tutto puoi! Le tue fantastiche creature danzano
felici nell’aria! Le dolci api fanno il miele, mentre la regina vola lungo i
cunicoli dell’alveare; le zanzare pungono succhiando il sangue; le vespe
corrono, operaie, alla ricerca del fiore perfetto; i pappagalli librano nell’aria
mentre il pettirosso intona la sua melodia! Tripudio di ali che sventolano!
Gioia nel nostro cuor!
Zzzzzzzzzzzzz
Oh dolce amica!
Mi segui?
Dove sei?
Piccolo esserino fantastico…
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Già immagino i tuoi mille occhi che mi
osservano, che mi amano, perché io sì, non mangerei mai un tuo simile… conosci
il profondo rispetto che nutro verso ogni forma di vita, il patto che ho fatto
anni fa…
IL
PATTO
«D’ora in poi Mangiaboschi non mangerai più carne!», mi fa Lev Tolstoi.
«Lo giuro!», rispondo.
«Il pesce sarà solo un ricordo!»
«Lo giuro!»
«La pasta alle vongole un profumo lontano!»
«Lo giuro!»
«Carbonara! Scaloppine! Sugo al ragù! Zampe di rana! Fiorentina!»
«…»
«Rispondi Mangiaboschi! Non lasciarti tentare dai piccoli piaceri della
carne!»
«Mai più!»
«A suggellare IL PATTO abbiamo qui con noi Pamela Anderson!»
«Ohhh!»
«I polli, i maiali e gli altri animali
sono interessanti, ciascuno con la propria personalità», dice Pamela Anderson.
«Vuoi tu Elia Mangiaboschi rinunciare una volta per tutte agli inutili piaceri
terreni?»
«Sì, lo voglio».
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Mi segui quindi, piccola mosca?
Dove sei, non riesco a vederti…
Lego la bici al solito palo e alzo lo sguardo, osservando l’immenso
edificio di Meccanic. A, l’azienda per cui lavoro.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Dolce mosca, ora lasciami stare, devo
andare al lavoro…
Prendo l’ascensore e arrivo al Piano G, ad attendermi
l’Uomo-Che-Parla-Con-La-Stampante. «Elia, sei in ritardo…»
«Oggi sono di ottimo umore mio buon amico, niente potrà scalfire il mio
stato d’animo, tanto meno le tue ingiuste insinuazioni, cosa sono mai trentadue
minuti di ritardo davanti alla bellezza della vita stessa?»
«…»
«Lasciami lavorare ora, sai quanto tengo alle ricevute…»
Mi siedo.
Accendo il computer.
«Ti guardo le spalle io, non preoccuparti. Vai su Facebook, se arriva
qualcuno ti avverto…»
«Grazie Ganesh… ho bisogno di sapere cosa ha detto oggi Gianni Morandi…»
«Non dimenticare le foto dei gattini Elia…»
«E dei cagnolini…»
«E degli elefantini…»
«E dei topolini…»
«E dei serpentini…»
«E dei cucciolotti in generale…»
Che bella cosa i social network: tra una
notizia di catastrofe imminente, un paio di tette mostrate e due post
rivoluzionari i micini che miagolano sono sempre…
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
«Aho Ganesh, ma ‘sta mosca la senti pure tu? Mi deconcentra…»
«Stolto, ti ronzerà attorno…»
«Ma io la sento proprio forte…»
«Ecco la figlia del Principale!»
La Capo-Piano (la figlia del Principale)
mi guarda un attimo, gli occhi fini, da avvoltoio.
«Cosa fai Elia?»
«Compilo ricevute signora…»
«E poi?»
«Timbro scartoffie signora…»
«Mangiaboschi…»
«Il lavoro, il lavoro prima di tutto! Faccio parte di una grande
famiglia! La famiglia di Meccanic. A! Che fornisce gentilmente anche i buoni
pasto al sottoscritto…!»
«Bravo ragazzo… ora ascolta… devi assolutamente…»
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
«Come scusi? Non ho capito…»
«D
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
importanza…»
Dov’è ‘sta cazzo di mosca?
Non sento niente!
KARL MARX: Abbiamo un problema, ripeto,
abbiamo un problema!
SIGMUND FREUD: Non sentiamo!
MASTRO LINDO: Sarà il cerume!
GRANDE PUFFO: Eh?
MASTRO LINDO: Il cerume!
GRANDE PUFFO: Uh? Quale cenone?
MASTRO LINDO: L’apparecchio acustico! Lo
dico io che devi metterti l’apparecchio acustico! Hai visto la pubblicità sì? Quella
con tutti i nonnetti… mica c’è da vergognarsi…
SUPERSTELLINO DEGLI SNORKY: Non per dare
ragione a Grande Puffo (che voi tutti sapete quanto disprezzo) ma qui non sente
più nessuno di noi…
BATMAN: Presto, alla batcaverna!
La figlia del Principale mi guarda. Faccio lo stesso, cercando di
simulare un’espressione sveglia, vigile, classica del bravo ragazzo che ha
capito tutto.
«Ci siamo intesi? È importante per l’azienda. Ed è importante che sia tu
a farlo…»
Annuisco.
«Ehi Ganesh, che ha detto?»
«Che è importante…»
«Ma cosa?»
«Non lo so! E se ti avesse finalmente rivelato il codice per prevenire
la catastrofe nucleare ormai imminente? O se, in un momento di follia, avesse
scoperto il vaccino per l’AIDS e fossi tu l’unico a cui l’ha rivelato? O se un
esercito di zombie marciasse su Roma, la camicia verde bene in vista, e fossi
tu l’unico a poterli sconfiggere? O, cosa ancora più importante, ti avesse
proposto una promozione? Non fare niente tutto il giorno e bere tante bibite
gassate? Non lo saprai mai Elia! Morirai nel dubbio, sotto ad un ponte, colto
da atroci dolori, mangiato dagli scarafaggi!»
«Eh? Non sento niente Ganesh… c’ho ‘sta monza che ronza».
«Monza?»
«Mosca… non riesco a…»
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Mi guardo intorno, dov’è?
Spalanco gli occhi.
Vene.
Annaspo.
Gina smette di limarsi le unghie.
Mi alzo. «La sentite?», domando.
«Cosa?», mi chiede Manolo.
Mi tappo le orecchie, premendo bene le
mani.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
SIGNOR SPOCK: Lo stiamo perdendo! Lo
stiamo perdendo!
IL CRICETO: Abbiamo attivato le misure
di sicurezza?
MICHAIL BAKUNIN: E’ tutto inutile!
GRANDE PUFFO: Eh?
SIGMUND FREUD: E’ entrata! Corpo
estraneo corpo estraneo!
SUPERSTELLINO DEGLI SNORKY: Proviamo con
il mocciolo!
Dal naso una colata di muco scende impietosa fino alle labbra
riversandosi sulla camicia.
«Contegno Mangiaboschi», dice il signor Marco.
Ma io no non posso farci niente, il
moccio gocciola crudele. Cerco di pulirmi con le mani.
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KARL MARX: Tentiamo ancora! Lacrime!
Comincio a piangere e gli occhi diventano rossi.
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SIGMUND FREUD: Bava alla bocca presto!
Sbavo. I colleghi mi osservano stupiti. «Forse si sente male», dice
l’Uomo-Che-parla-Con-La-Stampante.
«O forse non ha voglia di lavorare», risponde il signor Marco.
«Dite che è tutta una scusa?», chiede Manolo.
«Aveva quella cosa così importante da fare, doveva sa
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uto…», bisbiglia Gina.
Dove sei mosca maledetta?
Sto impazzendo.
La testa scoppia, le tempie pulsano. Mille martelli pneumatici mi
fracassano il cranio, mentre il suono si fa sempre più insistente, acuto,
prepotente.
Tremo.
È come se…
…come se fosse in me. Dentro di me.
PIERO ANGELA: Analizziamo la bizzarra
vicenda che sta capitando al buon Elia, nostro adorato.
GRANDE PUFFO: Eh?
PIERO ANGELA: Nonostante le mura della
Stanza dei Bottoni reggano (per ora) sarà meglio spiegare, attraverso
un’analisi dettagliata degli eventi, quel che sta succedendo. Ordunque. Il
diletto è in bicicletta quando una mosca decide di far capolino nel suo
orecchio. Non sopra, non sotto, dentro.
Dapprima attorno al padiglione auricolare, poi lungo la cartilagine e la cute.
Come tutti saprete l’orecchio umano consta di tre parti distinte, ciascuna
avente diverso ruolo nel meccanismo dell’udito. Attraverso il meato acustico
esterno il suono si fa già più limpido e distinto. La suddetta, con fare
scaltro, si addentra quindi lungo il condotto uditivo esterno, forse attratta
da un caldo riparo dove poter riporre le uova. Il suo movimento (e il suo
ronzio) crea una vibrazione che fa oscillare il martello, l’incudine e la
staffa -i famosi ossicini-, la base della staffa ondeggia, inclinandosi sulla
finestra ovale. Ora la mosca è dentro e svolazza lungo il meato acustico
esterno, una specie di piccolo tunnel pieno di peli. Il suono si fa sempre più
insistente. Le vibrazioni della base della staffa si trasmettono attraverso la
finestra ovale alla perilinfa della scala vestibolare della chiocciola.
L’insetto adesso è ben felice e continua ad avventurarsi all’interno del corpo
del Mangiaboschi, non disdegnando la dose di cerume tanto agognata. Ora ha
raggiunto la membrana del timpano che oscilla oscilla oscilla. Le vibrazioni stimolano l’organo dell’udito, il
fantastico organo di Corti, e originano gli impulsi nervosi al cervello
attraverso il nervo cocleare. Infine, come sono certo molti di voi sapranno,
nell’orecchio interno si trovano gli organi di udito ma anche di equilibrio,
ecco perché Elia, in questo preciso istante, cade.
Cado.
Crollo.
Capitombolo.
I colleghi tutti adesso mi accerchiano.
«Cos’hai?», mi chiede la figlia del Principale. «Non puoi sentirti male al
lavoro. Siamo assicurati è vero, ma sai che scocciatura sarebbe…»
«Zzzzzzzzzzzzzzzzzzz», dico.
Oh
oh,
ho perso l’uso della parola.
«È come nel film Elia, ti stai trasformando in una mosca gigante!
Finirai arrampicato sulle pareti, le mani a ventosa e dodicimila occhi che
osservano il tutto! Fico. Il mondo intero ti adorerà! Sarai un dio! Il dio
mosca!», mi fa Ganesh.
«…»
«O forse, più semplicemente, arriveranno gli americani a prenderti.
L’FBI. Mulder & Scully in persona. Ti porteranno al sicuro nell’Area 51
dove ti useranno come cavia per creare mille super soldati da mandare in guerra
a combattere contro i talebani. Sarai il primo di una nuova specie che piano
piano conquisterà il mondo ribellandosi al padrone. Un nuovo proletariato mangiamerda.
Scriveranno libri su di te e ti uccideranno, per il bene della scienza».
Lo sento, il potere della mosca crescere in me.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
«No no, non in te, è che è proprio dentro di te. Cioè, ti è entrata una
mosca nell’orecchio…», dice Ganesh.
KARL MARX: Ecco spiegato l’arcano! È un
nemico! Conquisterà la Stanza dei Bottoni! Dobbiamo barricarci dentro!
GRANDE PUFFO: Eh?
IL CRICETO: Salviamo donne e bambini!
Mettiamo al riparo le provviste!
«Manolo», ordina la figlia del Principale, «portalo al pronto soccorso.
Non voglio vederlo stramazzare qui dentro. Abbiamo una riunione importante tra
un’ora. Gina, tu prenderai il posto di Elia per fare
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
un peccato.»
«Ma perché proprio io?», protesta Manolo, «Mi sporca tutta la macchina
di… di…»
Un conato di vomito.
Barcollo.
Manolo mi afferra, visibilmente disgustato, aiutato
dall’Uomo-Che-Parla-Con-La-Stampante.
«Resisti Elia, pregherò per te…», mi dice
l’Uomo-Che-Parla-Con-La-Stampante. «Ricorda, Meccanic. A è una grande famiglia.
Noi crediamo in te, crediamo in te.», continua socchiudendo gli occhi, il viso
contratto in una smorfia di dispiacere.
Poi i troll mi afferrano, buttandomi dentro la macchina di Manolo.
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
Il medico mi guarda, infilando uno
strano imbuto dentro l’orecchio.
«Effettivamente», spiega, «sembra proprio che sia entrato un insetto.
Cosa strana e rara. Però può capitare. Ci sarà un casino lì dentro…»
«Eh?»
«LI’ DENTRO! NELLA TESTA!», urla.
«Sì sì, gli amici miei cioè. Non capiscono niente.»
«Ora ti spruzziamo un po’ d’acqua, così l’ammazziamo…»
«Dottore, c’ho tutto ‘sto ronzio in testa. Come fosse nel cervello, è un
suono forte e acuto. Sto dando di matto. Tra poco vomito».
«Ancora?!», mi fa Manolo, «Hai ridotto la mia auto ad un cesso. Scusi
dottore.»
«Procediamo».
Il medico prende uno di quei siringoni
giganti e lo riempie d’acqua. Si avvicina, il camice macchiato di sugo.
Guardo in basso, osservando le mattonelle sporche. Una vecchia grida in
lontananza una storia di cacche e pipì. Le infermiere corrono. Le ali della
mosca sbattono.
Un litro di acqua scorre nell’orecchio.
Silenzio.
Il ronzio è cessato.
«Dottore…»
«Come va?»
«Non c’è più…»
«Un
ultimo sforzo, togliamo la mosca…»
Il dottore armeggia nel mio orecchio,
stringe gli occhi, mostra i denti, si sistema i guanti.
«Hmmm», dice.
«Che succede?»
«È strano… non lo trovo».
«Cosa?»
«Il corpicino della mosca… è come se fosse scomparso…»
ORSETTO DEL CUORE: Il suono è finito.
KARL MARX: Siamo salvi. È andata… la
mosca è morta.
MASTRO LINDO: Ora mettiamo a posto però,
qui c’è un casino, si è allagato tutto.
YOGI BHAJAN: Aspettate… non sentite?
BATMAN (guardando la porta che si apre):
Sì… cos’è?
SIGMUND FREUD: Non sarà forse…
IL NEURONE: …arrivata fin qui dal mondo
esterno…
MICHAIL BAKUNIN: Compagni, è una di noi…
ultima tra gli ultimi…
PIERO ANGELA: Non possiamo abbandonarla.
MATRO LINDO: Ma è zozza, fa schifo… e
poi è grande.
GRANDE PUFFO: Nella Stanza dei Bottoni
c’è sempre spazio…
Tutti si fermano un attimo, mentre la porta si spalanca e la mosca
entra, trionfale, nella grande sala spoglia. Ronza.
UNA MOSCA: Io sono la Mosca. E ho fame.