lunedì 30 gennaio 2017

I 78 BUONI PROPOSITI DEL 2017 DI ELIA MANGIABOSCHI



  - Riuscire a dormire più di tre ore e mezza a notte.
  - Non svegliarmi alle sette del mattino anche se sono andato a dormire alle quattro.
  - Di conseguenza, vedi PUNTO UNO.
  - Prendere una casa più grande.
  - Comprare a mezzi col coinquilino la PlayStation 4.
  - Recitare per quaranta giorni lo stesso mantra senza addormentarmi.
  - Imparare il Respiro di Fuoco, gentilmente spiegato da Yogi Bhajan.
  - Risvegliare la Kundalini svaccata sul divano della Stanza dei Bottoni, in preda ai deliri alcolici.
  - Fare ordine nella testa mia.
  - Sfrattare un po’ di tizi dalla Stanza dei Bottoni.
  - Tipo Grande Puffo, io ti apprezzo eh, come puffo e come consigliere, però cazzo, fai troppo il capoccia là in mezzo.
  - Cioè, voglio dire, Superstellino viene proprio sfruttato, e io gli ho sempre voluto bene al piccoletto là, c’avevo pure il peluche quand’ero bamboccino.
  - Karl Marx come capoccia della Stanza dei Bottoni starebbe meglio.
  - Pure se Bakunin dice che di capi non ce ne vuole.
  - Ma Lost, serie televisiva che finisce dimmerda, c’ha insegnato che un leader serve sempre.
  - Sono sicuro Mastro Lindo capirà.
  - Crescere, ma non in altezza, quella è una battaglia persa. Fare proprio piazza pulita del passato, che è stato bellissimo ma è passato. Quindi cioè, non crescita che divento un ometto bello e finito, io ‘ste robe che uno quando diventa grande deve fare il serio responsabile non ci credo, e c’ho provato pure. Crescere proprio come andare avanti, imparare dai propri errori, maturare insomma.
  - Dare un serio spazio alla sindrome di Peter Pan negli ambienti che contano, quelli degli intellettuali.
  - Annullare le aspettative, essere felice senza aspettarsi niente.
  - Fare lo scalpo a Donald Trump.
  - Vedere Donald Trump che inciampa sul podio pochi giorni dopo che è diventato presidente degli Stati Uniti e sbatte la testa e diventa scemo, ebete proprio, con la bava alla bocca. E si va a curare a Cuba dove si scopre che Fidel Castro non è morto e che sta aspettando proprio Donald Trump. Per fargli un culo tanto.
 -  O anche vedere Donald Trump in Messico, al confine con gli Stati Uniti -Diopatriafamiglia- che non riesce a superare il muro.
  - Infine, vedere Donald Trump che gli si strappano i pantaloni davanti a tutto il mondo e c’ha i mutandoni della nonna con i cuoricini stampati.
  - A ‘sto punto non vedere più muri.
  - Manco confini.
  - Neanche Donald Trump.
  - E il filospintato, abolirlo per legge. Con un editto.
  - Salvini. Salvini proprio che gli prende un ictus, tipo all’amico suo, e però diventa ancora più stupido, così stupido che non può più nuocere a nessuno.
  - Fare lo scalpo anche a Salvini.
  - Ai leghisti auguro come sempre di trovarsi in un barcone in mezzo al mare, dopo essere stati chiusi per mesi in un campo di prigionia in Libia, giusto per capire l’effetto che fa.
  - Ovvio, non solo ai leghisti, a tutta ‘sta gente che dice «Io non sono razzista, c’ho tanti amici negri, epperò ne entrano troppi, che vivono negli alberghi e manco lavorano».
  - Far capire che un rifugiato non può lavorare, è la legge che glielo impedisce. Non è che non vuole.
  - Aprire le frontiere. Annullare anche il concetto di migrante economico, come se uno che scappa dalla fame c’ha meno diritti di una persona che fugge dalla guerra.
  - Nominare i migranti e le migranti Eroi Mondiali Internazionali Interplanetari (EMII). Ché so’ eroi Cristo, mica gente qualunque.
  - Bloccare Putin con azioni di boicottaggio.
  - O che mentre fa karate gli viene il famigerato colpo della strega.
  - Non solo Putin. Il colpo della strega lo auguro ad un bel po’ di capi di stato.
  - Far funzionare internet, cazzo sono due mesi che non c’ho la connessione a casa e sto andando di matto. Però mi sono reso conto che senza internet faccio molte più cose. Ma non c’ho le serie televisive e ho lasciato a metà Stranger Things che spacca. Cazzo se spacca.
  - Cambiare lavoro, non sopporto più i miei colleghi e manco l’Uomo-Che-Parla-Con-La-Stampante. Non ce la faccio.
  - Farsi strada come spacciatore di carte Pokemon. M’hanno detto che arrivano a costare pure quaranta euro l’una ‘ste carte e che su internet si trovano quelle false. C’ho un paio di agganci alle elementari che potrebbero diventare i miei spaccini personali. Metto su un giro nelle classi da paura. Pablo Escobar spicciame casa.
  - Diventare il più grande scrittore del pianeta, vincere il Nobel e fare lo spocchioso come Bob Dylan, però prendermi i soldi (sempre come Bob Dylan) continuando a fare lo spocchioso -se poi alla fine Bob Dylan i soldi non se li è presi più mi scuso personalmente col cantautore ma, come detto sopra, non c’ho internet e alcune robe me le perdo-; ringraziare chi di dovere, se vinco il Nobel dico, t’ho promesso che ti ringrazio e lo faccio.
  - Organizzare il colpo del secolo a NaturaSì. Sgraffignare tutto, ogni cosa e minacciare con un ombrello tutti ‘sti finti poracci di sinistra radical chic aristofrik che mangiano bio.
  - Il bio fa schifo.
  - W i solfiti.
  - Lunga vita all’olio di palma.
  - Fare solo spesa proletaria, vivo al di sopra delle mie possibilità, c’ho diritto a mangiare gratis.
  - Avere scorte infinite di pesto di pistacchio. Pesto di pistacchio, lo sai, io ti amo.
  - Erigermi a paladino del mondo e abbattere gli oppressori.
  - Sradicare l'ego.
  - Quindi erigermi a paladino del mondo e abbattere gli oppressori senza pensare a quanto è fico erigersi a paladino del mondo e sradicare gli oppressori.
  - Trovare la curcuma per Ganesh.
  - Dopo un’attenta analisi (fatta proprio l’altro giorno in bicicletta) abolire la proprietà privata. Voglio dire, è assurdo che io devo pagare un pezzo di terra che dovrebbe essere di tutti.
  - Rifondare la LRAT, è stato un bel periodo.
  - Far diventare vegetariano il pinguino che ci ha squattato il cesso.
  - Comprare un campanello nuovo per la bici dopo che il mio è stato rubato da ignoti (‘limortaccivostra).
  - Sul pinguino, capire l’alfabeto loro, dei pinguini ‘nsomma e farci lunghe chiacchiere davanti ad un pezzo di ghiaccio (tanto c’abbiamo i termosifoni mezzi rotti, il ghiaccio lo troviamo).
  - A proposito di ghiaccio, scongelare il mio vecchio frigorifero giallo.
  - A proposito del pinguino invece, trovare il modo per farlo giocare alla Play.
  - Stare bene, l’anno passato non è stato dei migliori. Anzi, è stato ‘na merda. A me m’ha distrutto.
  - Quel che mi lascio alle spalle ha il sapore di mille primavere finite, adesso voglio una lunga estate.
  - Farmi cogliere dall’entusiasmo e dall’euforia senza essere sopraffatto dall’entusiasmo e dall’euforia (mi capita ultimamente di essere troppo euforico. Tipo euforia ansiosa. Tipo).
  - Girarmi una sigaretta.
  - Trovare il modo di girarmi una sigaretta mentre pigio i tasti del computer.
  - Assumere un girasigarette per quando scrivo.
  - Sottopagato.
  - Il girasigarette.
  - Assaggiare di nuovo quelle robe cinesi preconfezionate in barattolo tipo noodles+verdure+salsa di soia gusto chili pronti in sei minuti che m’attirano tanto.
  - Dare la giusta dignità ai cibi disidratati. Per troppo tempo sono stati snobbati negli ambienti che contano.
  - Sbloccare il quarto chakra, me lo sento un tantinello chiuso.
  - Finire di leggere “Cent’anni di solitudine”. Se capita eh. Mica è obbligatorio. Mi so’ pure perso l’albero genealogico.
  - Fumare la sigaretta che ho girato tra un punto e l’altro.
  - Accendere l’incenso.
  - Brindare ogni sera con i Compagni di Sbronze, i fratelli e le sorelle, non i conoscenti, manco i quasi amici. No no, proprio i soci miei, quelli appiccicati al cuore, come ‘na gomma da masticare attaccata alla scarpa. Siete pochi, pochissimi, ma siete la roba più importante che c’ho.
  - Pure papà e mamma. Lo sapete che vi voglio bene.
  - Pure a te Simone sì, sei un buon coinquilino, grasse sghignazzate insieme. Alle volte mi spaventi eh, lo sai… ma hai la stoffa giusta. Secondo me ce la puoi fare a lavare i piatti.
  - Infine, la roba più importante: svegliarmi ogni mattina col sorriso. A trovare i tre lati positivi della giornata. Ci sono sempre, anche quando il mondo ti sembra nero e hai il morale sotto i piedi. Essere felice è ‘na storia difficile. Deve essere la lotta nostra, non solo mia. Lo scopo della vita, l‘affare più importante. Basta poco, non c’abbiamo bisogno di tanto.
  - Essere. Felice.
  - Sì.

Il prossimo raccontino esce martedì 28 febbraio, restate collegati...

martedì 17 gennaio 2017

RAZZA MIGRANTE

  'Sta botta faccio un pò di pubblicità ai tipi di MazProject che hanno confezionato questo bel volume di racconti e storie varie, ci sono pure un paio di robe mie (nello specifico: "Il freddo" e "In un futuro non troppo lontano"). Si chiama "Razza Migrante, una narrazione collettiva sulle migrazioni contemporanee" e si scarica gratuitamente; a Ganesh è piaciuto, e pure ai tizi della Stanza dei Bottoni. Io anche ve lo consigio...
Ecco qui il link, dategli un'occhiata:
http://www.mazproject.org/wp-content/uploads/2016/12/Razza-Migrante-v1.0-Maz-Project.pdf

Per la nuova storiella mia vi do appuntamento a martedì 31 gennaio...