Io voglio un mondo dove in ogni vagone della metropolitana ci sta un
suonatore di violino. Uno che suona bene, che sa dove si mettono le note, che
mi accompagni lungo il tragitto da casa al lavoro. Uno che mi allieti il
percorso insomma, alla faccia di chi sbruffa.
Voglio un mondo dove tutti guadagnano uguale, dove c’è un tetto massimo,
di più non sfori. Dove il manager prende come l’operaio e dove si lavora
massimo cinque ore, non di più. Voglio un mondo dove c’è il tempo libero, il
relax, il gioco. Dove tutti hanno diritto alla risata e lo sfruttamento e il
padrone sono solo un ricordo brutto, lontano, da relegare in fondo agli incubi.
Un mondo dove chi sfrutta fa una brutta fine, due calci in culo amico mio e
camicie strappate. Un mondo senza precari e disoccupati, senza ricchi e poveri.
Un mondo giusto e solidale. Un mondo dove le ideologie non sono morte e anzi si
fanno forza e la politica è una cosa nobile, fatta nelle strade, in borgata,
tra le persone. Dove i palazzi del potere sono bruciati, distrutti e i suoi
abitanti scomparsi, svaniti per sempre, assieme alle cravatte loro. Dove
l’immigrato non è insultato continuamente, per ogni cosa. Un mondo dove non si
muore in mare e dove la Bossi-Fini è stata abolita. Un mondo dove i CIE non
esistono. Un luogo senza frontiere ‘nsomma, con le persone che si possono
spostare da un paese all’altro liberamente.
Voglio
un mondo dove la Lega Nord è abolita e Salvini è finito in un barcone, assieme
a Borghezio, alla Meloni e a chi li vota. Così, giusto per fargli provare la
bella sensazione dell’acqua in autunno. Siete dei razzisti dimmerda e no, non
dovreste avere diritto di parola. Voglio un mondo dove i rom e i sinti sono
rispettati, ché a me piace pure ‘sta cultura anarchica e caciarona. Un mondo
dove non si ha paura l’uno dell’altro, un posto che chi dice che siamo buonisti
dovrebbe andarsene a fare ‘na gitarella per due settimane in Siria; un mondo
dove le case dei ricchi, quelle al Colosseo, ai Parioli, al Circo Massimo, a
Trastevere, a Piazza di Spagna vengano date ai poveri, a chi vive in dieci
nella stessa camera e paga un affitto assurdo, a chi una casa non ce l’ha, alla
vecchia che ha sempre vissuto in periferia, con l’acqua che cola dal soffitto.
Un mondo di rivoluzionari, sovversivi e sabotatori. Sì, Cristo, siamo
rivoluzionari e sovversivi e sabotatori.
Voglio un mondo dove il TAV non viene costruito e manco i ponti vengono
costruiti. Dove sono rispettate le richieste delle popolazioni, senza rompere
troppo.
Un mondo dove l’amministrazione della città è giusta e dove i soldi
girano solo nel verso corretto, a premiare chi lavora nel sociale onestamente,
senza compromessi, solo perché ci crede. Un mondo dove il mio coinquilino viene
pagato ogni mese, massimo una settimana di ritardo e non mesi e mesi, a battere
i soldi al capo con i sensi di colpa, come se lo stipendio non fosse un diritto.
Voglio un mondo dove la classe politica non ti prende per il culo
dicendo che va tutto bene, che il precariato è scomparso, che i giovani hanno
tutti un lavoro con un contratto a tempo indeterminato. Siete dei cazzari, vi
credono solo i vecchi che non c’hanno manco un nipote. C’avete distrutto la
vita, voi e chi vi ha preceduto, sciacquatevi la bocca prima di parlare di
precariato.
Voglio un mondo senza palazzinari e distruttori di bellezza, tutti
devono avere una casa e nessuno deve essere costretto ad occupare perché oh,
belli miei, chi occupa un appartamento mica lo fa perché si diverte. Un mondo
dove i centri sociali non vengono criminalizzati ma anzi valorizzati, senza
paura, ché la cultura dal basso la fanno loro e voi state solo a rosica’, ché
non li potete controllare.. La cultura deve essere per tutti e di tutti e non riservata a quattro gatti,
un’élite di hipster con i pantaloncini corti. Il cinema di sabato ormai costa
otto euro e un libro quasi venti, ci credo che in Italia le persone non leggono.
Voglio un mondo dove andare a teatro non è una roba per ricchi, un biglietto lo
paghi massimo cinque euro. Voglio le strade piene di giocolieri e trampolieri e
funamboli e cantanti e contorsionisti.
Voglio un mondo zeppo di graffiti, immensi disegni su tutte le facciate
dei palazzi un tempo grigi, colore e gioia per noi! Senza Guardiani del Decoro
a strappare manifesti e ad imbrattare di bianco i murales. Un mondo dove i cittadini si impegnano in cose serie e
non a staccare adesivi e a sentirsela calla perché li staccano, gli adesivi
dico, m’avete rotto il cazzo voi e il vostro decoro che vi sentite pure
importanti.
Voglio un mondo che ad uno gli fai: «Come va?», e quello ti risponde:
«Tutto bene!», e non: «Come vuoi che vada», «Mah», «Si tira avanti», «Così e
così». Siate decisi!
Voglio un mondo dove in televisione fanno cose intelligenti e
interessanti, programmi belli e anche una cifra di documentari, sugli insetti
soprattutto.
Voglio un mondo dove la parola “sobrietà” venga abolita, io non la
tollero proprio, mi sta qui la sobrietà e pure le persone sobrie… dovreste
acchittarvi con abiti sgargianti e tacchi degni delle migliori drag queen. E a
proposito, pure voi che ce l’avete tanto con gay, lesbiche e trans, fatevene
una ragione, vivete in pace e non rompete al prossimo, siete ‘naccollo non
indifferente, veramente.
Voglio un mondo senza Uomini Grigi, gente spenta che s’è scordata
com’era essere bambini, siete tristi, mettete tristezza, alzate lo sguardo e
datevi una svegliata.
Voglio un mondo senza guerre, che poi le guerre creano altre guerre e
così via. Niente conflitti sì, c’avete provato, il vostro metodo l’abbiamo
messo in pratica, adesso proviamo il nostro, vediamo che succede. Si fa un po’
per uno. Che lì, in quei posti lì, i terroristi li create voi.
Voglio un mondo senza denaro a ‘sto punto. Intanto si sa no? Sono i
soldi a creare tutto ‘sto casino, quindi li togliamo e risolviamo qualunque
problema.
Voglio un mondo dove le cose bio non costano un occhio della testa e
dove chi spende un occhio della testa per mangiare cose bio sia costretto a
donare tutti i prodotti comprati (bio) al primo barbone che capita.
Voglio un mondo senza carità, le cose si fanno perché è giusto farle,
aboliamo anche la parola “poverino” e vietiamo le campagne pubblicitarie con i
bambini neri e le pance gonfie. Sfruttate il dolore e lo spiattellate in
copertina, non c’avete scrupoli.
Voglio un mondo senza religioni. «La religione è l’oppio dei popoli»,
diceva l’amico mio. E c’aveva ragione. Le religioni rendono le persone cattive
e intolleranti, mettiamole alla sbarra.
Voglio un mondo dove l’istruzione è alla portata di tutti, pubblica,
senza scuole private. Pure quella steineriana, delle cose vostre sono fiche,
fate in modo che siano accessibili anche al figlio dello spazzino e non solo ai
bambocci dei ricchi intellettuali di sinistra e a quelli dei ricchi
intellettuali di destra. Che la scuola torni al primo posto, la conoscenza è
importante e un popolo ignorante è un popolo perso.
Voglio un mondo con gli ospedali che funzionano. Se stai male non puoi
essere buttato per ore su un lettino macchiato di piscio in un corridoio
sporco, costretto a vomitare a terra. Una sanità pubblica degna di questo nome.
Voglio un mondo dove si corre in bicicletta, piste ciclabili ovunque,
lunghissime e bellissime. Dove il vento sbatte sul viso e gli occhi lacrimano,
assaporando la curva e la discesa. Dove la ciclabile accanto al Tevere è pulita
e dove i battelli navigano sul fiume, una nuova metro, proprio come a Bangkok.
Un mondo pieno zeppo di metropolitane, una in ogni quartiere.
Voglio un mondo dove è sempre festa, si balla ogni sera e si recitano le
poesie urlando a squarciagola. .
Il mondo che voglio io è un mondo libero, vivo, ma soprattutto giusto,
senza differenze, e la gente se la deve godere
‘sta vita, che è una sola e bisogna assaporarla, ogni attimo, ogni secondo,
succhiando a più non posso.
IL PROSSIMO RACCONTINO ESCE MARTEDI' 1 DICEMBRE!
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