lunedì 22 febbraio 2016

I 69 BUONI PROPOSITI PER IL 2016 DI ELIA MANGIABOSCHI



  Amici & Amiche, Signori & Signore, anche se un po’ in ritardo ecco i miei buoni propositi per il 2016.
  «Che tra la LRAT», dice Ganesh, «e la sinusite abbiamo avuto il nostro gran bel da fare».
  «Ecco, c’hai ragione testa d’elefante».
  «Daje».

I 69 BUONI PROPOSITI PER IL 2016 DI ELIA MANGIABOSCHI

GRANDE PUFFO: Due settimana per puffare ‘sta stronzata.
SIGMUND FREUD: Di più. Dalla fine del 2015.
MASTRO LINDO: Ha i pensieri il ragazzo.
CARL GUSTAV JUNG: Facciamolo iniziare. Non distraiamolo sempre, lo sappiamo tutti che è paranoico, o no? Forza, con garbo e attenzione. Manovrare l’adorato non è cosa semplice. Ecco, mi ci metto io, tranquilli.
  Mi concentro, convergendo l’energia verso un punto indefinito dello spazio, e poi ricomincio:

I 69 BUONI PROPOSITI PER IL 2016 DI ELIA MANGIABOSCHI
  - Mangiare meno merendine.
  - Scrivere un romanzo (uno buono) e trovare una casa editrice (anzi, se la casa editrice trova me ancora meglio).
  - Travestirsi da ninja e scoprire cosa appizza il Principale nel suo ufficio (oscure leggende si narrano in proposito, i più scaltri dicono nasconda poderose macchine di tortura, altri il siero della vita eterna; si sa solo che chi ha ricevuto la chiamata non è più tornato).
  - Pagare le bollette in tempo.
  - Arrivare puntuale agli appuntamenti, ergo, non essere sempre in ritardo.
  - Sconfiggere una volta per tutte il precariato ed erigermi a paladino di tutti gli oppressi, novello Lenin del nuovo millennio; il sogno di papà e mamma.
  - Diventare un supereroe sabotatore anarchico che ruba ai ricchi per dare ai poveri.
  - Svaligiare una banca.
  - Occupare una casa ai Parioli.
  - Bloccare il tempo.
  - Aggiustare i freni della bici e comprare i pedali nuovi, in alluminio, ché il piede mio scivola ormai talmente sono consumati i miei.
  - Farmi la PlayStation 4, ne abbiamo bisogno, il coinquilino ed io; in caso rubarla, organizzando il grande colpo del secolo.
  - Avere più tempo per: leggere, scrivere, uscire, camminare, viaggiare, ballare, rotolare.
  - Diventare uno jedi, la strada è lunga, ma ce la posso fare.
  - Essere felice.
  - Non indossare mai più una cravatta. La odio. E non so fare manco il nodo. A morte gli Uomini Grigi.
  - Lavorare per vivere e non vivere per lavorare.
  - Non sporcarmi la camicia di sugo, e manco d’olio, le macchie d’olio non vanno via.
  - Di conseguenza, usare la parannanza quando cucino.
  - Bere di meno, c’ho ‘na certa ormai, una boccia di rosso al giorno mi lascia sempre un poco di down la mattina dopo.
  - Finirla con le droghe.
  - Ma assaggiare quelle che ancora non ho assaggiato.
  - Usare i buoni pasto per andare a cena fuori e non per fare la spesa.
  - Smettere di compare trentasei hamburger agli spinaci a tre euro e ottanta; credo non facciano proprio bene, l’amica mia dice che c’è la segatura dentro (però io penso, se c’è la segatura e so’ così buoni, daje de segatura!).
  - Assaggiare la bistecca di lupino.
  - Fare (di nuovo) la spesa proletaria in uno di quei supermercati aristofreak dove i grissini costano dieci euro cadauno.
  - Boicottare il bio.
  - Boicottare la cucina macrobiotica.
  - Boicottare quelli con la puzza sotto al naso che fanno tanto i compagni e poi vanno a cena fuori e, in una sera, spendono quanto lo stipendio mio di un mese (per mangiare roba bio e macrobiotica).
  - Visitare il lago di Titicaca.
 -  Comprare una macchinetta subacquea.
  - Fare le foto con la macchinetta subacquea (anche dentro la vasca da bagno).
  - Scongelare il reparto freezer del mio vecchio frigorifero giallo.
  - Sputare in faccia ad un leghista, uno qualunque.
  - Smettere di parlare con la famiglia di vermi che ogni tanto, di notte, viene a farmi visita.
  - Riuscire a dormire sette ore di fila, di conseguenza non soffrire più d’insonnia.
  - Ridurre i controlli serali, tipo il gas, la luce, le finestre, la porta, le chiavi, le prese, i termosifoni, le manopole del forno, la tazza del cesso, le pantofole allineate.
  - Battere Simone a Mortal Kombat.
  - Scrivere un bel racconto.
  - Fare la pipì seduto sulla tazza quando vado a casa di amiche.
  - Riempire la città di manifesti con scritto: “Chi è Elia Mangiaboschi?”.
  - Fare un corto.
  - Fare il giro del mondo e mangiare i ragni caramellati pure se sono vegetariano.
  - Leggere Dostoevskij.
  - Imparare a scrivere con la destra.
  - Disegnare un graffito a Majana (o chiamare qualcuno a farlo).
  - Camminare per Roma ed osservare le opere di street art, dal Quadraro al Trullo.
  - Passare una giornata intera nel ventre della metropolitana ad osservare le persone che vanno e vengono.
  - Comprare (a rate) una stampante nuova all’Uomo-Che-Parla-Con-La-Stampante e vedere che effetto fa.
  - Lavare i piatti accumulati.
  - Praticare sport (uno qualsiasi).
  - Svegliare la Kundalini, alla faccia di Grande Puffo.
  - Smettere di bere la Pepsi.
  - Diventare più alto.
  - Imparare il cinese.
  - Intonare un mantra, uno qualunque, per almeno undici minuti senza pensare al lavoro, ai racconti, all’affitto, al disordine che regna in camera mia e all’immortalità dell’anima.
  - Concentrarmi sul terzo occhio.
  - Guardare Breaking bad.
  - Avere la risposta pronta.
  - Mettere in ordine l’appartamento mio, c’ho delle palle di polvere grandi quanto il pugno mio che navigano in camera, in bagno, in salotto e in cucina.
  - Dare un senso alla libreria, dividendo i libri per genere e per autore.
  - Costruire un robot.
  - Trovare casa al pinguino che ha occupato il cesso.
  - Capire come funzionano le onde gravitazionali.
  - A chi dice: «Mandiamoli a casa loro» fargli vedere come sono ridotte, le case loro, e se lo dicono ancora fargli fare un viaggetto che so, in Siria. E poi lasciarceli.
  - Andare a farsi una doccia.
  - Lunga vita alla LRAT!
  - Vivere il presente, senza pensare al domani.
  - Divertirmi, sempre e comunque.

1 commento:

  1. Non infilare la cravatta nel brodo sabotare la macchina del tempo mangiare verdure cotte per non sentirle urlare...

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