lunedì 7 settembre 2015

CATALOGAZIONE [PARZIALE] DEI BAGNANTI



Il caldo lascia spiazzati.
  A raccontarvi la storiella del martedì, dopo tanto tempo, non ci sarà il giovane Elia (nostro diletto) ma io, il prode Ganesh che tutto può, divinità spesso sottovalutata ma da molti tatuata.
  «Che fa pure rima», sorride Piero Angela.
Ad affiancarmi nell’ardua impresa avrò con me il Criceto e parte dello staff che lavora nella testa del Mangiaboschi.
  Bene.
Andiamo a cominciare.
  Ci troviamo in un’isola greca, Elia è sdraiato, rachitico al punto giusto, sul suo vecchio asciugamano da cui non si separerà mai. Il suo vecchio asciugamano ha dieci anni ed è un regalo della mamma. Il suo vecchio asciugamano è pieno di sale e sabbia e quando l’amato prova a piegarlo il risultato è, ahinoi, inaspettato. Indi per cui Elia ha scelto di non piegarlo mai più, optando invece per una soluzione migliore: tenerlo ben dritto come fosse una lastra di spesso metallo.
  Elia è a terra, il torso nudo e un costumino marrone e blu che fa orrore, non sa che poco dietro un gruppo di ragazze se la ride indicandolo. Ma come tutti saprete il Mangiaboschi è, sì insomma, animista, non riesce a buttare niente, o quasi. Ha ancora, per dirne una, il peluche che gli faceva compagnia da piccolo e quando nessuno lo vede ci parla pure, con il peluche dico.
  Elia ha un libro accanto, uno di questi malloppi tipicamente estivi che i giovani d’oggi adorano leggere, certo non ha figure e le lettere sono molto piccole ma il suddetto, indignato al punto giusto, non demorde. Sta leggendo, sotto un sole cocente, la storia della nascita del Partito Socialista Italiano scritta niente poco di meno da quell’Evangelisti che, a saperlo prima, sarebbe potuto diventare il mio adorato confidente. Purtroppo però, tra le varie divinità in lizza, ad aver vinto il signor scrittore è stato uno di questi dei degli indiani d’America, tutto moggio e silenzioso. Se solo mi fossi sforzato di più oggi non sarei qui a far da balia ad un misero peccatore sbronzo. Ma tant’è. Elia legge e impara. Adora perdersi nei meandri del passato recente di un Italia ormai scomparsa e si domanda, non senza un certo disappunto, cosa sia rimasto di quei tempi.
MASTRO LINDO: Ma soprattutto perché nei libri di scuola non si studiano queste cose.
KARL MARX: Che Garibaldi era un mezzo socialista, e manco mezzo.
MICHAIL BAKUNIN: E che tu sei uno scemo.
  Elia non si accorge del caldo che lo assale e che, nella Stanza dei Bottoni, i poveri manovratori stanno morendo.
GRANDE PUFFO: Ma cazzo si schiatta e la birra è finita!
SIGMUND FREUD: Aria condizionata no?
GRANDE PUFFO: Sai che Elia è contrario all’aria condizionata. Dice che inquina, sta sempre a citare quella canzone.
KARL MARX: Che canzone?
GRANDE PUFFO: Quella là, dei Radici del Cemento.
BATMAN: Nel Cemento.
LA MOSCA: Allora il ventilatore, c’ho tutti i peli bagnati. Mi si rovina l’acconciatura qui…
GRANDE PUFFO: Eh. Il ventilatore… s’è rotto no? Bakunin là, doveva portarlo ad aggiustare, o sbaglio?
MICHAIL BAKUNIN: Ma perché io? Mica è colpa mia. È stata la Kundalini, sbracata sul divano, a danneggiare l’incredibile apparecchio. Doveva andare lei a metterlo apposto!
PIERO ANGELA: Su internet ho visto come costruire un condizionatore… basta avere un po’ di ghiaccio, una bella scatola di polistirolo e la giusta dose di ottimismo!
GRANDE PUFFO: Ebbravo il nostro sapientone. Noi non abbiamo né il polistirolo né il ghiaccio né tanto meno l’ottimismo. L’abbiamo lasciato a Gargamella, povero coglione. L’hai dimenticato o devo farti un corso di recupero? ‘Sto posto è un letamaio! Una catapecchia! Casca tutto a pezzi! Guarda là… guarda là! Il tavolo c’ha i buchi, è pieno di larve!
LA MOSCA: Lascia stare le larve.
PIERO ANGELA: Volevo solo dare un contributo…
CARL GUSTAV JUNG: …Costruttivo. Certo amico mio, certo. Lo sappiamo. Tu non dargli ascolto, Grande Puffo è solo molto teso, è anziano, un povero puffo di terza età. Vedrai che gli passa…
GRANDE PUFFO: Di terza età lo dici a tu’ nonno.
MASTRO LINDO: Io l’avevo detto, una bella pulitina e il gioco è fatto. Ma giusto Batman mi ha dato ascolto. Gli altri via, chi per un motivo chi per un altro. Ora, non voglio apparire pedante, però tenendo le cose in ordine forse… 
SUPERSTELLINO DEGLI SNORKY: Ho un’idea! Azioniamo il pulsante “ascella-sudata”… vediamo come si comporterà l’adorato…
  Elia si annusa l’ascella, arriccia un poco il naso, fa no no con la testa e poi, come se nulla fosse, si rimette a prendere il sole.
  Non fa niente.
  Passa un’ora così.
  Sonnecchia.
  Legge.
  Si bagna.
Ed io mi rompo. «Elia», dico, «andiamo a scalare gli scogli! Corriamo in acqua a schizzare i mocciosi! Prendiamo una bevanda ghiacciata! Facciamo gli esploratori, come quando eri bimbo! Alla ricerca del tesoro perduto! Sai che queste isole erano piene di pirati? Ti va? Cos’è questo bradipume che ti affligge? Dici di essere un rivoluzionario! Un sabotatore! Un anarchico! Gli anarchici non prendono il sole, mai!»
Il diletto quasi non mi ascolta, si volta dall’altra parte e riprende a leggere.
  Che noia.
Giro i pollici.
Sbuffo dalla proboscide.
Ma più di tanto non posso muovermi.
  Lo scuoto.
Niente, mi ignora.
  Mi ritrovo ad invidiare i due vecchi che passeggiano sul bagnasciuga, le mani dietro la schiena e il passo lento, smorzato da pochi borbottii. Mi volto ad osservare il mio amico. Nulla. Provo a dialogare con i tizi che abitano il suo cervello ma li trovo immobili, svaccati sulle brandine, senza forze, come fossero statue di sale.
  Poi ho un’idea.
LA CATALOGAZIONE DEI TIPI DA SPIAGGIA, ANCHE DETTI BAGNANTI
IL CRICETO: Ci piace ci piace!
MASTRO LINDO: Come quella volta che abbiamo catalogato tutte le conchiglie del mare!
CARL GUSTAV JUNG: O quell’altra in cui c’eravamo fissati di contare i granelli di sabbia! Uno ad uno…
SIGMUND FREUD: O quell’altra ancora! Che abbiamo numerato le persone che leggevano romanzi Harmony, ogni persona un numero…
BATMAN: Io adoro i romanzi Harmony. Cioè, non è che li adoro. Sono un maschio io e c’ho il mantello da supereroe, però, insomma, quando uno non ha niente da fare, seduto sulla tazza del cesso… no?
YOGI BHAJAN: Annulliamo per un momento l’immagine pietosa del Mangiaboschi che si scioglie al sole, rilassiamoci, facciamo un bel respiro. Okay. Adesso tiriamo fuori l’aria, come un castello mosso dal vento. Concentrazione sul terzo occhio. Cantiamo.

L’INTREPIDA LISTA DELL’ESSERE UMANO

CACCIATORE D’OMBRA:
  Il Cacciatore d’Ombra, come un animale ferito, geme disperato alla ricerca di un piccolo spiazzo ombrato, fosse anche l’ombra di un alberello tisico. Il Cacciatore d’Ombra si muove assieme ai suoi simili, per nulla tranquillo e anzi parecchio agitato. Spesso potete ammirarlo mentre sventola un giornale qualunque (La Settimana Enigmistica in primis), cercando di creare un po’ di vento senza rendersi conto che di vento non ce n’è. Si muove ai bordi ed evita il contatto umano, a meno che non trovi l’ombra, a questo punto, anche a costo di finire in un carnaio, il Cacciatore d’Ombra, si farà largo tra gli altri uomini per ricevere anche lui la giusta dose d’ombra, sotto l’alberello tisico mangiato dal sale.

MASCHIO ALPHA:
  Il Maschio Alpha è, appunto, un maschio. Appartenente alla specie umana (maschile), il Maschio Alpha si prodiga in imprese a dir poco stupefacenti e mai banali, quali:
- Montare l’ombrellone (tutti i maschi alpha devono essere in grado di montare l’ombrellone, inserendolo prima nella sabbia come fosse la bandiera americana nel suolo lunare e poi circondandolo di spesse rocce grigie, per poter così creare l’ombra perfetta -dove alle volte, per inciso, il Cacciatore d’Ombra tende a nascondersi-);
- Lunghe nuotate per arrivare dove nessuno è mai giunto prima (da notare anche qui lo sforzo del bicipite e il muscolo che, anche se flaccido, si tende);
- Parlare di strade (il Maschio Alpha adora sbrodolare la conoscenza di ogni viuzza e di ogni vicolo all’interlocutore, meglio se donna. Se due maschi alpha parlano di strade lo scontro, Amici & Amiche, è garantito -ogni buon Maschio Aplha conosce le strade a meraviglia e ripudia il navigatore satellitare, anche se perso-);
- Scalare gli scogli (il Maschio Alpha non può fare a meno di dimostrare la sua indubbia capacità di arrampicata, lasciando gli amici e i conoscenti di stucco, arrivando in cima -dove poi si volterà, verso il basso, ad ammirare il suo pubblico-);
- Tuffarsi dagli scogli (dopo essersi arrampicato sugli scogli il Maschio Alpha non di rado -e non mostrando la minima paura- si tufferà dallo scoglio più alto, emettendo un piccolo urlo di trionfo, soprattutto se in compagnia di altri maschi alpha);
- Camminare sempre davanti a tutti (in quanto capo del branco il Maschio Alpha deve indicare la giusta via, a costo di smarrirsi);
- Fare flessioni in spiaggia (in mezzo ad una calca incredibile composta da bambini, vecchi, coppie in menopausa, giocatori d’azzardo e affini, il Maschio Alpha si prodigherà in mirabolanti flessioni, possibilmente sul bagnasciuga);
- Fare esercizi di yoga (certi maschi alpha, nel fantastico mondo dei freakettoni, tendono a sostituire le flessioni con alcuni esercizi di yoga, specialmente quelli a testa in giù);
- Correre sul bagnasciuga (con il sole a picco e la temperatura ben sopra i quaranta gradi il Maschio Alpha non potrà fare a meno di concedersi una simpatica corsetta che lo renderà irrimediabilmente un mostro di sudore grondante dalla testa ai piedi);
- Trovare le pietre migliori per accendere un fuoco (spesso il Maschio Alpha accende fuochi o prepara la brace per il barbeque; per farlo, assieme ad un suo simile -con cui entra subito in competizione- cerca e trova la pietra migliore e, senza aiuto di carta e accendino, con un rametto bagnato tenta in tutti i modi di accendere un fuocherello, anche piccolo).
  In fin dei conti quindi si può tranquillamente affermare che il Maschio Alpha rende ogni azione difficile e agli occhi di molti impossibile; ricordiamo, per tutti gli aspiranti maschi alpha, di indossare sempre l’abbigliamento adeguato, quali slip neri o costumino aderente.

L’USTIONATO:
  L’Ustionato ha scelto di non mettere creme (spesso è un Maschio Alpha) oppure, in alternativa, ha una carnagione molto chiara. Molti ustionati vengono dai paesi del nord Europa quali la Germania e l’Olanda. Dopo il primo giorno di mare l’Ustionato si trova costretto al letto, con trentotto di febbre e le spalle rosse che in confronto un peperone -rosso- appare pallido. L’Ustionato va evitato, in quanto contagioso. Come uno zombie si aggira sulla spiaggia, camminando basso, macchiato dal sole, scansato (e schifato) da tutti.
  Se appartenete a questa categoria indossate magliette e usate le apposite creme. Evitate le ore calde (dalle 11 alle 16).

LETTORE COMPULSIVO:
  Il Lettore Compulsivo non si muove dal suo asciugamano. Non mangia, non beve, non fa il bagno. Rimane fermo immobile sul lettino pregiato, a sfogliare le pagine del romanzo, mentre tutto il resto scompare. Non importa che sia in compagnia, che la figlia pianga disperata o che la compagna stia annegando mangiata da uno squalo bianco dopo essere stata torturata da un gruppo di bracconieri inferociti e con la bava alla bocca, il Lettore Compulsivo rimarrà fermo a leggere, totalmente intrappolato nella storia. E se malauguratamente qualcuno dovesse rivolgergli la parola il Lettore Compulsivo risponderà accigliato, essendo distratto dal terribile ronzio che l’ha riportato, per un momento soltanto, alla triste realtà.
  Il Lettore Compulsivo ha alcune sottocategorie, quali:
Il Lettore di Romanzi su Carta;
Il Lettore di Saggi;
Il Lettore di Riviste;
Il lettore di Romanzi Rosa;
Il Lettore di E-book (che disprezza, ricambiato, il Lettore di Romanzi su Carta);
Il Lettore di Quotidiani;
Il Lettore di Internazionale (quello un po’ più intellettuale, che si distrae solamente per leggere ad alta voce l’oroscopo della settimana);
Il Giocatore de La Settimana Enigmistica;
Il Giocatore de La Settimana Enigmistica Che Ride Alle Barzellette De La Settimana Enigmistica;
Il Lettore di Fumetti. 
  Elia Mangiaboschi appartiene sicuramente alla categoria del Lettore Compulsivo (sottocategoria: Lettore di Romanzi su Carta, Lettore di Fumetti, Giocatore de La Settimana Enigmistica Che Ride Alle Barzellette De La Settimana Enigmistica, Lettore di Internazionale), la più infima.

FICO DA SPIAGGIA:
  Il Fico da Spiaggia non si cura del sole; lui, semplicemente, è lì. Ha una sua religione, il Fico da Spiaggia, che si basa sul culto della tintarella. Il culto della tintarella è una fede  antica, atavica quasi, tramandata da generazioni e generazioni. Quindi rimane immobile, assaporando i raggi ultravioletti che lo tramortiscono. Apollo, divinità venerata dal Fico da Spiaggia, è magnanimo con il suo adepto. Il Fico da Spiaggia non pensa, semplicemente si abbronza.
Gli occhiali da sole di marca, trentaquattro tatuaggi (raffiguranti sirene morte, tribali eccessivi, marinai anoressici e cuoricini impavidi), un costumino aderente e un fisico scolpito fanno del Fico da Spiaggia un esemplare unico del genere umano. Il Fico da Spiaggia è spesso accompagnato dalla Fica da Spiaggia, sua omologa nel mondo femminile. Il Fico da Spiaggia non si muove, non può, troppo tirato e troppo gonfio.
  Secondo l’antico culto della tintarella il Fico da Spiaggia può mangiare solo barrette energetiche e minestra con i fagioli, la sera si sfrega nelle discoteche, seguendo gli antichi culti edonistici tipici della Grecia classica.

NUDISTA:
  Il Nudista è spesso un uomo attempato, di una certa età, con i capelli radi e bianchi e la ciccia calante. Non prova vergogna alcuna nel mostrare le sue grazie. Il Nudista si riunisce con altri suoi simili, in spiagge appartate, dove il divieto non è segnato; spesso, ahinoi, il Nudista si confonde con l’Ustionato: i punti lesi sono in genere le zone intime quali: vagina, pene, natiche.
  Elia Mangiaboschi, adoratore della nudità, ha provato a sue spese l’ustione nella zona intorno al pene.

DONNA CHE SI STRIZZA LE TETTE:
  La Donna Che Si Strizza Le Tette è uno strano esemplare appartenente alla razza umana. Compie il gesto in maniera del tutto naturale, uscendo dal lungo bagno in mare, come una sirenetta formosa. Si spreme il seno e il costume succinto che ha accumulato acqua davanti a milioni di persone (compresi i bambini) che abbassano lo sguardo; il torrente di crema solare, acqua salata e sudore si riversa prima nell’ombelico e poi giù, sulla sabbia.

GIAPPONESE COPERTO DALLA TESTA AI PIEDI:
  Osservare un giapponese al mare è sempre divertente. Il giapponese infatti non si spoglia, rimanendo in costume e maglietta; spesso indossa la tuta da surfista integrale, un cappellaccio bianco di stoffa e un paio di occhialoni che ricordano gli occhi di una mosca storpia. Nonostante questo il giapponese non evita di scattare fotografie: fotografa il mare, la sabbia, altri suoi simili coperti dalla testa ai piedi, le persone, il cibo che mangia, i pesci, le conchiglie, i ciottoli ma soprattutto la fidanzata che tenta, inutilmente, di prendere lezioni di surf, nonostante il mare sia una tavola piatta e non tiri neanche un poco di vento.
  Il Giapponese Coperto Dalla Testa Ai Piedi rappresenta l’opposto naturale del Fico da Spiaggia e del Nudista; in quanto adoratore della pelle candida, bianca e immacolata. A tal proposito non posso non citare il famoso saggio: “Storie di Geisha (芸者), dodici modi per rimanere in forma”.

GIOCATORE DI RACCHETTONI:
  Il Giocatore di Racchettoni gioca, appunto, con i racchettoni. Non importa che la spiaggia sia piena come una zucchina ripiena o che lo spazio in acqua sia totalmente insufficiente. Lui, semplicemente, gioca. Preso da una misteriosa forza, detta da molti il “polso del racchettaro”, il Giocatore di Racchettoni si alza dalla sua postazione assieme al compagno, afferra il racchettone, la pallina e va. Osservando il viso si intuisce un certo sforzo ma soprattutto un grande godimento, un’estasi, potremmo definirla, quasi una trance. Il Giocatore di Racchettoni va in estasi, un incanto smorzato solo dalla pallina che cade sulla sabbia.
  Spesso il Giocatore di Racchettoni si incontra con altri giocatori di racchettoni e, tutti insieme, in file ordinate, militarmente, scelgono di occupare l’intera spiaggia, forse attivisti di un oscuro movimento politico che brama di conquistare interi litorali.

FAMIGLIA:
  La Famiglia è, se non lo sapeste, un nucleo ben formato composto da uomini, donne e bambini, terrestri quindi. La Famiglia si piazza accanto al solitario, che ha scelto il posticino appartato per non essere scocciato, sorride soddisfatta di aver trovato l’unico punto occupato in tutta la spiaggia deserta, e poi monta la sua casa. La casa de La Famiglia è composta da tre (3) ombrelloni, otto (8) asciugamani, due (2) frigoriferi; un (1) cane, sette (7) lettini, due (2) secchielli, quattro (4) palette, due (2) materassini gonfiabili, una (1) canoa. In men che non si dica i bambini costruiscono castelli (da notare la differenza tra i castelli de La Famiglia tedesca e quelli de La Famiglia greca), l’odore di pomata si leva nell’aria, un intero pranzo viene servito (il pranzo è formato da Moussaka -essendo in Grecia-, insalata greca, souvlaki, pita e frutta -possibilmente cocomero-), il padre parla ad alta voce di politica e spiedini, la madre urla, i bimbi piangono, il cane ringhia.
  Finire accanto a La Famiglia è un ottimo modo per concludere la giornata in spiaggia.

BAMBINO:
  Il Bambino è composto (non sempre) da due gambe, due piedi, due braccia, due mani, un organo sessuale, un tronco e una testa. Il Bambino crea polpette di sabbia e poi le lancia al primo sconosciuto, fa il bagno e schizza tutti i presenti, piange alle quattordici, quando la siesta è appena cominciata.
  Da evitare in special modo i bambini tedeschi (troppo ligi al dovere) e quelli italiani (che in qualche modo parlano la vostra stessa lingua e, di conseguenza, rischierebbero di distrarvi dalle vostre, sicuramente essenziali, attività marittime).

UOMO DEL SELFIE:
  Per certi versi molto simile al Fico da Spiaggia, l’Uomo del Selfie (assieme alla Donna del Selfie) passa le sue giornate a scattare foto. Senza vergogna assume posizioni improbabili in acqua, in spiaggia o sugli scogli. Spesso la bocca de l’Uomo del Selfie (ma più spesso quella della Donna del Selfie) è protesa in avanti, contorta in un’espressione che dovrebbe apparire seducente. Ogni foto è rigorosamente scattata dall’alto verso il basso e deve essere immediatamente postata nei vari social network (in primis l’intramontabile Facebook e il vanitoso Instagram), pena l’espulsione dal mondo del virtuale.
  L’Uomo del Selfie vive per la foto, passa le sue giornate alla ricerca dell’angolo perfetto, non attento minimamente ai chiaroscuri o alle regole dell’arte fotografica, e scatta. Decine e decine di volte, senza mai fermarsi, quasi malato.
  Da notare, nell’esemplare, un rigoroso distaccamento dalla realtà, nonostante l’estremo bisogno di condivisione. Secondo Sigmund Freud, qui presente: «La società moderna ha, una volta per tutte, risolto il conflitto della celebrità: grazie ai moderni mezzi di comunicazione l’uomo può finalmente competere con le star, avendo a disposizione un’intera gamma di programmi volti a dar visibilità. I famosi quindici minuti di celebrità sono ormai alla portata di tutti, protratti all’infinito. Ma è proprio qui il problema. Questa continua esposizione rischia infatti di creare un conflitto tra reale e virtuale, conflitto che, irrimediabilmente, condurrà ad una solitudine inaspettata. Può infine l’obiettivo dell’apparecchio telefonico/fotografico rappresentare la metafora per eccellenza dell’occhio materno che tutto controlla?».

MOTOCICLISTA DA SPIAGGIA:
  Il Motociclista da Spiaggia è un esemplare unico. Grasso, i capelli lunghi e bianchi, il corpo coperto da tatuaggi, il costume nero e la giacca di pelle (senza maniche) sempre addosso. Il Motociclista da Spiaggia fa massimo un bagno, non parla con gli altri esemplari della razza umana, rutta, beve litri e litri di birra, confabula di motociclette e di gang rivali, si esprime a borbottii incomprensibili ai più. Il Motociclista da Spiaggia legge riviste di moto e non si separa mai dal suo casco (nero). Spesso, il Motociclista da Spiaggia, assomiglia ad un Babbo Natale qualunque in ferie, coperto solo dal costume da bagno (e dalla giacchetta di pelle).
  Da vedere sono molto simpatici.

  Ecco. La lista più o meno l’ho finita. Sicuro manca qualcuno ma Elia finalmente si sta alzando. Posa il romanzo, guarda l’ora (le venti e diciassette), fuma una sigaretta (dopo averla provata ad accendere per dieci minuti) e ammira l’orizzonte, soddisfatto al punto giusto, lo sguardo da vecchio marinaio incallito.
  «Ahhh, che vita», mi fa.
Rimango in silenzio.
  «Che dici? Aspettiamo il tramonto?»
Io, allo stolto umano, non rispondo, ché un pochino mi sono offeso, costretto al silenzio tutto il giorno.
  Poi ci alziamo, sgranchendoci le gambe, e ci andiamo a tuffare nel mare blu, cristallino, limpido. Nuotiamo tra i pesci, sott’acqua, alla ricerca del polpo nascosto tra gli scogli.
  Elia adora nuotare e anche io. A me piace soprattutto schizzare l’acqua dalla proboscide, ma penso l’ho già detto, o forse no.
  Così ci allontaniamo, bracciate lunghe e veloci, lo stile libero perfetto, e raggiungiamo il sole, lì giù, lungo la linea dell’orizzonte, tra le poche nuvole che si perdono nel rosa.
  Raggiungiamo il sole e scompariamo trascinati dalle onde, la brezza marina a strofinarci il viso.

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