lunedì 8 dicembre 2014

UN RACCONTO MOLTO MOLTO BREVE



  Scusate, è che questa settimana non è successo niente.
  Non si sono rotti tubi, nessuna vicina di casa è impazzita, il mio buon amico Simone non ha trovato lavoro, a Meccanic. A ho compilato scartoffie e timbrato ricevute e l’Uomo-Che-Parla-Con-La-Stampante ha parlato con la stampante, lunghe conversazioni sui massimi sistemi e su oli essenziali alle quattro erbe. Non ci sono stati avvistamenti di serpenti in quel di Trigoria, non ho bucato con la bicicletta e la polizia non mi ha fermato chiedendomi i documenti. Non sono partito alla volta di improbabili città europee, non ho incontrato dentisti, oculisti e medici vari. Il sonno mi ha accolto senza problemi e le paranoie si sono fatte sentire, ma poco. Non ho comprato regali particolari e neanche animali particolari (anche se un criceto non mi sarebbe dispiaciuto). Non ho visitato locali malfamati o locali altolocati o locali e basta (ma ho bevuto abbestia un paio di sere un amaro niente male che mi ha lasciato un cerchio alla testa incredibile). Anda la portinaia non mi ha sussurrato pettegolezzi degni di nota (tranne la storia di puro sesso della coppia novella da poco trasferitasi nell’appartamento vicino al mio). I miei genitori non mi hanno raccontato episodi del mio grandioso passato e nonna Concetta non l’ho proprio vista, nonostante sia stato a Magliana parecchie volte in questi ultimi sette giorni. Non ho visto UFO, alieni o cose varie, questa sì sarebbe una bella storia; non mi sono tatuato nessuna parte del corpo e non ho mangiato robe che poi mi hanno fatto star male di pancia. Non ho preso medicine, Aspirine, Moment, droghe leggere e droghe pesanti. Non ho comprato un vestito, una paio di manette, una coda di rospo, il sellino nuovo per la bicicletta. Non ho fatto neanche la revisione (alla bicicletta) nonostante ormai i freni, ebbene lo ammetto, siano andati completamente. Non ho preso nessun filtro magico, non ho stretto patti con il diavolo o con la Morte. Non ho conosciuto monaci tibetani, preti ruffiani, imam barbuti. 
  Insomma, semplicemente, ho vissuto.
È stata una bella settimana. Un lunedì, seguito da un martedì, da un mercoledì…
  «Vabbe’, abbiamo capito», dice Ganesh.
Le mie giornate sono state tutte uguali, belle, spensierate, a volte noiose ma, giuro, tutte uguali.
  Cazzo, sarà capitato anche a voi no?
Quindi vi prego, non biasimatemi Amici & Amiche, se la storiella del martedì è ‘sta roba qua.
  «Dai Elia, l’hanno capito, accanna».
  «Zitto Ganesh, siamo quasi arrivati ad una pagina, se hanno letto fin qui il gioco è fatto».
  «Uh uh, hai ragione. Sei furbo umano, molto furbo. Presto sceglieremo se renderti divino! Elia Mangiaboschi! Il primo mortale divenuto immortale! Racconti epici verranno narrati! Le tue gesta saranno conosciute in tutto il mondo! Bollywood intera cercherà di procurarsi i diritti per un film su di te! E ad interpretarti…»
  «Ad interpretarmi?»
  «Shah Rukh Khan, genio del cinema indiano!»
  «Ahhh».
  «Avrai fan fin fuori casa, davanti alla porta! Sarai ricco, ricco e famoso!»
  «Altro che proletariato unito!»
  «Mercedes! Ville! Chili di cocaina! Cameriere! Tutto l’oro del mondo sarà tuo!»
  «Tradirò tutti i miei ideali!»
  «Ambrogio, pensi proprio a tutto…»
  «I Parioli saranno il tuo nuovo quartiere!»
  «Barboncini bianchi!»
  «È lo star system amico, e tu ne fai parte».
  «Io?»
  «Ma ora, giovane umano, torna con i piedi a terra e finisci ciò che hai cominciato, prima che i tuoi lettori capiscano il malfatto…»
  «Il malfatto?»
  «Beh, che non hai nulla da dire…»
  «Allungo. Ganesh, abbiamo appena superato pagina uno, carattere dodici, senza interlinea, mica cazzi».
  «Saluta allora saluta».
Bene, Compagni & Compagne, seguo il consiglio del mio confidente testa di elefante e vi porgo i miei più sinceri saluti. Distinti anzi.
  Grazie di tutto. Martedì prossimo andrà meglio.
Con affetto.

Elia

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